La Sicilia, un’isola davvero singolare in ogni suo aspetto. Io la chiamo Terra Madre, perché da li arrivano le mie origini, le mie radici di cui ne sono molto fiera.
In quest’ isola non manca davvero nulla, inclusi i musei in particolare quelli a cielo aperto.
Vi porto tra i Nebrodi e il mare, dove una volta scorreva il fiume Tusa, laddove nel 1982 l’imprenditore e artista Antoni Presti ha dato vita ad un immenso contenitore d’arte contemporanea: Fiumara d’arte, un museo vivo, dove l’ospite non ha più un rapporto con l’arte contemplativo o estraneo, ma può vivere l’opera stessa: Fiumara d’arte.
Un progetto di undici opere di artisti internazionali, ubicate lungo gli argini del fiume Tusa, con un percorso di ventuno chilometri, fino all’antica città di Halaesa.
Non sapevo dell’esistenza di questa realtà, eppure la vivo da quando sono nata: ho condiviso le mie estati con care persone che porto nel cuore tra un bagno nelle acque del Tirreno e il folklore delle sentite feste di paese.
Credetemi! quando i miei occhi hanno incontrato la bellezza delle istallazioni, il ritmo del cuore è diventato un tutt’uno con il respiro di quel luogo. Ci si sente completamente immersi nel mondo.
Quando si parla di Fiumara d’ Arte dobbiamo comprenderne anche la sua storia travagliata. Nonostante ciò il bisogno di arte e di bellezza è riuscito ad emergere.
Con queste parole Antonio Presti sancisce la politica delle Bellezza, una bellezza di cui tutti abbiamo bisogno.
Nel 1982 nacque la prima opera scultorea di questo grande giardino-museo, “La materia poteva non esserci” di Pietro Consagra, che A. Presti dedicò al padre.Una lotta tra la pesantezza del cemento armato e l’impalpabilità dell’aria, tra il peso dell’assenza e la leggerezza di un ricordo.
Da quest’opera lo sguardo di Presti prese l’orizzonte tanto da voler dare un senso più sociale al progetto e quindi estenderlo nel territorio. Per i comuni del messinese non fu subito cosa gradita, tanto da denunciare e arrestare il mecenate italiano con l’accusa di occupazione di demanio marittimo e abusivismo edilizio, fino a da chiedere la demolizione (non avvenuta) di alcune delle opere come la “Finestra sul mare: Monumento per un poeta morto” di Tano Festa realizzata nel 1989.
Nel tempo si realizzarono: il Museo domestico, Energia mediterranea, la Piramide, la Stanza di Barca d’oro, il Muro della vita, Arethusa, il Labirinto di Arianna e Una curva gettata alle spalle del tempo, frazioni di un cammino da vivere con tranquillità.
dopo 25 anni di lotta, riuscì a realizzare il suo sogno e a renderlo possibile e fruibile agli altri. Dal 2007 Fiumara d’arte è riconosciuta dalle istituzioni ed ogni opera detiene il diritto di essere tutelata, consentendoci così di instaurate un rapporto unico e magico con quella natura, che si fa ponte tra noi e l’arte, che custodisce e ci circonda.
A me molto cari sono:
l’Energia Mediterranea di Antonio Di Palma: un’onda sinuosa gonfiata dal vento, pronta a sfiorare il cielo restando ancorata alla terra, che nella sua essenzialità si fa “trampolino dell’anima” dello spettatore.
L’opera dello scultore Italo Lanfredini, che si chiama Labirinto di Arianna. Dal 1987 dimora in questo spazio, l’opera in calcestruzzo patinato, non lavorato da attrezzi. A trasformarlo ed eroderlo, sono stati gli agenti naturali, cioè il sole, la pioggia e il vento. Anche i visitatori influiscono in tal senso, contribuendo (anche inconsapevolmente) a modellarlo con il loro passaggio. Vi si entra attraverso un varco naturale e si esce dopo il percorso, così come gli uomini sono entrati e usciti dalla scena, nel corso delle epoche. Tutto intorno, vi è un luogo “senza tempo”, che agevolano le riflessioni. Una volta entranti non vi sono bivi o vicoli ciechi. C’è solo una strada da seguire, fino al centro. Qui, in fondo a delle scale, si trova un piccolo albero di ulivo, nascosto e protetto. La scelta di questa pianta non è affatto casuale. L’ulivo è il simbolo greco della saggezza e della conoscenza. Si trova al centro del labirinto poiché rappresenta una metafora del cammino verso il sapere che ognuno di noi compie durante la vita.
Arrivati al centro c’è la vita! l’antica sorgente rappresentata da una lucente lastra metallica al centro della spirale, che ci riporta al tema della Madre Terra e del mistero della fecondazione.
Ma se c’è un punto in questa distesa fatta di cielo, di mare e di terra, in cui mi sento viva, è davanti al 38° Parallelo. Visibile dall’autostrada Messina Palermo. Non c’è viaggio che mi trattenga dal raggiungerla. La prima volta mi sono sentita piccola di fronte all’eterno ed ho capito che quando visitiamo un luogo o un museo, quando esploriamo il mondo, dovremmo sempre tenere lo sguardo verso il cielo, perché ogni volta ne scopriremo uno completamente nuovo.L’opera è stata realizzata da Mauro Staccioli. Una piramide capace di catturare i raggi luminosi della Golden Hour grazie ad una fessura, che permette alla luce di entrare ed irradiare lo spazio. E’ un vero e proprio tetraedro titanico cavo realizzato in acciaio corten. Parzialmente sprofondata nel territorio roccioso, presenta una fessura lungo lo spigolo occidentale. Questa rende ancora più preciso il suo collocarsi nella specificità del luogo e nello spazio cosmico: sul 38° parallelo.
La sua inaugurazione fu il giorno del solstizio d’estate, il 21 giugno, ricorrenza della vittoria della Luce sulle Tenebre e da li il festival del rito alla luce.
Una sosta quasi obbligatoria è nel piccolo borgo siciliano Castel di Tusa (ME) vicino alla nota Cefalù. Non per forza dove soggiornarvi ma anche per visitare un albergo-museo d’arte contemporanea, ideato dall’artista e imprenditore Antonio Presti, in una cornice di rara bellezza, fronte mare, con alle spalle i monti dei Nebrodi. L’Art Hotel Atelier sul Mare rappresenta un museo a cielo aperto e una struttura ricettiva originale con 40 camere di cui 20 sono state realizzate da artisti internazionali che le hanno rese capolavori unici.
Lo stesso imprenditore e artista Antonio Presti, potrà accompagnarvi alla visita delle camere del suo albergo che identifica come “spazi emozionali, in cui lo spirito può vivere una nuova dimensione, godendo di quella gioia dell’esistere che solo la creatività dell’arte può donare”.